lunedì 25 gennaio 2010

Elezioni regionali 2010

Sostieni le liste del PCL: l'unica alternativa.
La fase politica attuale dimostra ampiamente quanto la classe operaia, proveniente da decenni di sconfitte e tradimenti, sia ancora in grado, seppur faticosamente, di acquisire la coscienza necessaria per capire che l'unico modo che ha di conquistare obiettivi concreti, è la lotta radicale e prolungata. Come dimostrano gli esempi degli operai della Innse e le altre numerose battaglie a difesa del posto di lavoro che si stanno diffondendo in tutta Italia (e non solo).
Il PCL, lavorando per l'estensione di queste lotte in tutti i settori produttivi, privati e pubblici, si oppone ad “uscite dalla crisi” all'interno delle logiche capitalistiche e si batte per saldare sacrosante rivendicazioni transitorie (occupazionali e salariali) ad una più ampia prospettiva di potere.
Alla forza reazionaria del padronato è assolutamente necessario contrapporre una forza uguale e contraria da parte dei lavoratori, all'organizzazione degli aguzzini del profitto, si deve rispondere con l'organizzazione e il coordinamento delle mobilitazioni operaie, sempre proiettandole nella sola ottica che permette la reale emancipazione delle classi oppresse: quella anticapitalista.
Solo così si creerà quel rapporto di forza indispensabile per unire conquiste parziali ad obiettivi generali di alternativa di società, in cui non sia una minoranza di banchieri ed industriali a detenere il potere economico e politico, ma la maggioranza che ogni giorno sputa sangue per mantenere alti i loro profitti: i lavoratori. Per questo avanziamo la proposta centrale di una vertenza generale del mondo del lavoro, dei precari e dei disoccupati, individuando nell'azione classista del proletariato il fattore politico decisivo, l'unico in grado di mettere fine una volta per tutte al patetico teatrino dell'alternanza borghese.

Nel frattempo non possiamo esimerci dal sottolineare il vergognoso meccanismo antidemocratico che impone la raccolta di una quantità spropositata di firme per riuscire a presentarsi alle elezioni.
Il problema, per i partiti borghesi, è di semplice soluzione, visto che dispongono di un “capitale umano” composto da amministratori, consiglieri e amici piazzati nei CdA pubblici e privati di ogni ordine e grado, tutta gente ben felice (per interessi personali) di firmare i loro moduli elettorali.
Ma il nostro partito è da sempre indipendente da finanziamenti istituzionali e non accetta compromessi squalificanti; non ci faremo di certo intimorire da questa legge che, di fatto, è stata pensata per evitare ai liberali e ai riformisti il fastidio che un partito possa propagandare ad una platea più ampia idee rivoluzionarie coerenti. Ma i loro subdoli tentativi di zittirci ci danno la conferma che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta. Noi non siamo mai stati corresponsabili di missioni di guerra che hanno causato migliaia di morti solamente per gli interessi imperialistici italiani; noi non abbiamo difeso tagli alla sanità, all'istruzione e alle pensioni mentre aumentavano le spese militari; noi non abbiamo sostenuto le regalie pubbliche ai banchieri nell'infame logica di “privatizzare i profitti e socializzare le perdite”; noi non abbiamo approvato finanziarie “vampire” che hanno messo in ginocchio tanti lavoratori con le loro famiglie.
NOI SAREMO PRESENTI NELLE FABBRICHE, NELLE SCUOLE, NELLE STRADE, NELLE PIAZZE E NEI MERCATI A CONFRONTARCI FACCIA A FACCIA CON LA GENTE.
LO FAREMO A TESTA ALTA, PERCHE' NON ABBIAMO MAI TRADITO LE ASPETTATIVE DI CHI CI HA DATO FIDUCIA.
NON ABBIAMO MAI BARATTATO VOTI PER POLTRONE E NON ABBIAMO MAI RINUNCIATO AI NOSTRI PRINCIPI!

E' per queste ragioni che l'eventuale presentazione della nostra lista, può considerarsi come un piccolo successo per tutta la classe lavoratrice. Tuttavia, ogni anno viene resa sempre più difficile la presentazione di liste fuori dalla logica bipolare, in particolare le norme per la presentazione delle liste alle prossime elezioni regionali sono quasi proibitive!
Ma non ci faremo intimidire, perché l'unica battaglia che si perde è quella che non si combatte, e in quanto combattenti sociali, sappiamo che il campo di battaglia viene imposto da chi detiene il potere; è per questo che ci impegneremo, per non sottrarci all'agone elettorale.
Non vogliamo concedere tregua alla classe dominante nemmeno sul suo terreno di lotta.
Irrompiamo nella farsa elettorale e imponiamo l'agenda di lotta dei proletari.

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